Ti presento uno dei più antichi giudizi universali dipinti su tavola, risalente al 1040-1080 ca.: si tratta dell’opera dei pittori Niccolò e Giovanni, conservata nella Pinacoteca Vaticana.
La tavola ha struttura circolare: il cerchio rappresenta la perfezione, dunque ciò che non ha né inizio né fine, l’intero cosmo, infinito, senza tempo e perfetto in quanto creazione divina.
La composizione è originale, organizzata in fasce con scritte esplicative e pensata per raggiungere il cuore e la mente di tutti i fedeli, dai più ai meno colti: i più semplici apprendevano la storia attraverso le immagini mentre chi sapeva leggere ricavava ulteriori spiegazioni dalle scritte che accompagnano gli episodi.
Nella parte superiore Cristo, raffigurato come pantocratore e riconoscibile per il nimbo crociato, è posto sul firmamento su uno sfondo di stelle; nella destra tiene un tondo con una scritta e nella sinistra la Croce gemmata.
Ai suoi fianchi stanno due Cherubini e due Angeli con ai piedi le ruote di fuoco che si abbatteranno sul mondo nel giorno del Giudizio secondo la visione di Ezechiele. Nella fascia sottostante compare ancora Cristo salvatore mentre mostra le piaghe delle mani e del costato, prezzo della tua salvezza.
Davanti è raffigurata 1’etimasia con strumenti della Passione: la Croce, 1’orcio dell’aceto, i quattro chiodi, la lancia, la canna con la spugna, il flagello e la corona di spine.
A lato della Croce stanno il libro della vita contenente i nomi degli Eletti e due arcangeli con cartigli in mano, quello a destra riporta la scritta: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete il regno» mentre l’altro: «Allontanatevi da me, maledetti, nel fuoco eterno».
Ancora più all’esterno ci sono gli Apostoli, sei per parte, Pietro con le chiavi in mano e Paolo dalla parte opposta. Una scritta divide le due prime fasce: «Voi che siete benedetti venite e ricevete il regno che per voi è stato preparato e donato per i secoli».
Nella terza fascia, a sinistra, gli eletti sono guidati da San Paolo che porta in mano un cartiglio su cui si legge: «Suoneranno le trombe e i morti risorgono».
Il buon ladrone porta la croce con il suo nome scritto, Disma, mentre Maria con le braccia protese supplica e intercede presso il Figlio. Nel gruppo degli eletti le figure poste davanti sono un diacono col libro, un soldato con la penula e un sacerdote con la pianeta.
Al centro, il gruppo degli Innocenti con la palma del martirio ha un atteggiamento serio che è bene espresso dalla scritta che uno di loro tiene alta: «Vendica il nostro sangue che è stato sparso per Te». San Giovanni a loro riguardo scrive: «E fu data a ciascuno di essi una veste bianca e fu detto loro di attendere un poco finché non fosse compito il numero dei loro fratelli che dovevano esser come loro uccisi».
Hanno vesti tutte uguali e a loro si avvicina Santo Stefano, primo loro fratello nel martirio, anche lui vestito come loro e con la palma.
A destra sono rappresentate quattro opere di misericordia, le prime due delle quali sono svolte da un sacerdote con tonsura che dà da mangiare e da bere ad un povero; la terza opera, compiuta da un soldato, è visitare i carcerati; la quarta, vestire gli ignudi, è compiuta da un giovinetto.
La scritta sotto commenta le scene: Dio ti dona nuove possibilità per ricominciare ad amare, non lasciartele sfuggire! Nella quarta fascia, personificazioni del mare e della terra cavalcano un cavallo marino e un toro, e restituiscono due creature simbolo degli uomini morti.
A destra alcuni angeli suonano le trombe per far risorgere i morti dai sepolcri, mentre in basso la scritta recita: «Ogni genere di uccelli, di rettili, di fiere e di pesci restituiscono le membra umane mangiate. Al suono della tromba risorgono dalla polvere della terra».
Seguono i nomi dei pittori, Niccolò e Giovanni. Nell’ultima fascia tre angeli gettano nel baratro i dannati: uno spergiuro, un omicida, tre meretrici, alcune donne che stettero in chiesa a capo scoperto, ed uno che maledisse i genitori.
Di fronte a loro compare il Paradiso aperto, rappresentato con mura d’oro e pietre preziose, e al suo interno si trova Maria circondata da santi.
In basso sono raffigurate le committenti con i loro nomi: Benedetta ancella di Dio e la badessa Costanza. Questa affascinante tavola ti parla di futuro ed i suoi autori ti suggeriscono che il Paradiso è come una casa che si inizia a costruire già in questa vita con l’amore, i talenti e i sogni per poterla abitare per sempre nell’eternità.
Grazie per la tua attenzione.
Niccolò e Giovanni – Giudizio universale
