Ti presento «Giuditta e Oloferne», tela realizzata da Michelangelo Merisi detto «il Caravaggio» nel 1600 circa, oggi conservata nella Galleria d’arte antica di Palazzo Barberini a Roma.
Il tema biblico narrato riprende le vicende dell’eroina e giovane vedova Giuditta: la storia risale al tempo del dominio assiro ed è ambientata nella città di Betulia, che da tempo è sotto assedio del generale Oloferne. Giuditta escogita un piano per salvare il suo popolo, fingendo di tradire Israele e facendosi accogliere nell’accampamento assiro; poi seduce e fa ubriacare Oloferne nella sua tenda, e, una volta addormentato, estrae una scimitarra e lo decapita.
Caravaggio rappresenta una scena dal forte impatto teatrale, incorniciata dal drappo rosso che ricorda la tenda del generale assiro dove il dramma si consuma: si serve della tecnica chiaroscurale per concentrare l’attenzione sui protagonisti evitando eventuali distrazioni causate da elementi secondari. Una messa in scena di tre personaggi, ciascuno con una propria forte espressività: la determinazione di Giuditta, la paura di Oloferne e la rabbia dell’ancella.
Dipingendo il quadro, il Merisi ha forse pensato alla storia di Beatrice Cenci che, insieme alla matrigna e al fratello, uccisero il padre dopo averlo addormentato con l’oppio. Una diagonale corre dallo sguardo di Giuditta al volto di Oloferne e alla lama della spada.
La bellezza di Giuditta contrasta con il volto rugoso e con l’espressione caricaturale dell’ancella che tiene in mano il sacco dove verrà riposta la testa del generale: la pelle di Giuditta è liscia, accentuata dalla luce che piove dall’alto, il suo corpetto bianco di gusto cinquecentesco ne esalta la bellezza e la purezza anche se in trasparenza emerge il seno sudato per lo sforzo compiuto, ha la fronte corrucciata e il viso disgustato ma con fare deciso taglia la testa del generale.
Nel realizzare questa figura forse Caravaggio ha attinto agli studi di fisiognomica di Leonardo ed è possibile che la cortigiana e amica dell’artista Fillide Melandroni sia raffigurata nel ruolo dell’eroina. Oloferne, vegliato di soprassalto, emerge dall’oscurità, non capisce cosa stia succedendo: con istinto di sopravvivenza tenta di sollevarsi, mentre con l’altra mano stringe il lenzuolo mentre la bocca è colta in un ultimo grido strozzato e lo sguardo allucinato si volge verso Giuditta. Forse si tratta di un autoritratto dello stesso Caravaggio, vissuto tra eccessi e risse continue: dietro la scelta potrebbe celarsi la sua paura della morte e il bisogno di esorcizzarla.
Giuditta, donna semplice ma anche saggia e prudente, è stata capace di mettere in gioco la sua vita per un grande ideale perché ha permesso a Dio di sedurle il cuore: la fede è una seduzione e il seduttore vince le resistenze di colui o di colei che vuole conquistare, non si ferma davanti ai primi no, totalmente ti prende così come dice il profeta: «Mi ha sedotto e io mi sono lasciato sedurre».
Ma non tutti si lasciano sedurre, alcuni oppongono resistenza; per alcuni la vita di fede non è una
seduzione ma solo un abito da mettere di tanto in tanto, e invece è una storia d’amore. Una volta che ti lasci sedurre da Dio, Egli non si tirerà mai indietro, entra nella tua vita e ti cambia l’esistenza in meglio! Allora sarai disposta a rinunciare anche a grandi gesti per Lui. Questo prima di te lo ha fatto il Maestro, Colui nella cui fede trovi forza e speranza per lottare nella vita.
Bisogna anche ricordare che la storia di Giuditta ed il suo progetto si basano sulla fede, tanto che consiglia al popolo di non cedere alle proprie tempistiche fidandosi di quelle di Dio, è convinta che gli Assiri non potranno fare del male ad Israele fino a quando quest’ultimo sarà fedele a Dio perché sa bene che quando Israele è fedele è anche invincibile. Se la seduzione è l’inizio della storia d’amore, non può continuare senza fedeltà!
L’augurio che ti affido è quindi di lasciati sedurre! Questa seduzione va ben oltre l’umano, è l’unica che non deruba e non impoverisce, ma arricchisce. Non toglie, ti dà. Aumenta e potenzia l’umanità. Forse vale la pena d’essere sedotti da Dio, che te ne pare? Ti auguro questa disponibilità. Infatti, di disponibilità si tratta: lo sguardo di amore e seduzione da parte di Dio, su di te, c’è certamente, ma c’è bisogno che tu lo accolga. Lasciati sedurre da Dio!
Grazie per la tua attenzione gentile!
Caravaggio – Giuditta e Oloferne
